SEMAFORO ITTICO vecchia pagina

Spesso davanti al banco del mercato non si sa letteralmente “che pesci pigliare”. I dati che per legge sono esposti in etichetta sono poco esaustivi o non ci parlano esplicitamente della storia che sta dietro al prodotto.

In realtà se impariamo a leggere queste informazioni e a porci le giuste domande non sarà difficile rendere più sostenibile la nostra spesa. In quest’ottica abbiamo creato un codice molto semplice ma efficace che ci aiuterà a compiere le scelte corrette al momento dell’acquisto. Si tratta di un semaforo a quattro colori, dove il rosso rappresenta la situazione peggiore in termini di sostenibilità e l’azzurro la migliore, che valuta alcune tra le specie più comuni nei nostri mercati.

Nella valutazione sono stati considerati i fattori che più influenzano la sostenibilità di un prodotto ittico.

METODO DI CATTURA

In etichetta leggiamo solamente se il pesce è di acquacoltura o pescato, impariamo a chiedere informazioni riguardo ai metodi di allevamento e cattura. Diamo valore ai prodotti della vallicoltura e dell’acquacoltura estensiva (in alto Adriatico un esempio virtuoso è rappresentato dalle valli da pesca lagunari), certificati e non, esistono numerose etichette di sostenibilità non per forza biologiche (una fra tutte la MSC label). Evitiamo invece il prodotto proveniente da pesca con reti attive di tipo strascico o rampone, enormemente dannosa per i fondali, o da pesca oceanica d’altura con reti a circuizione che spesso, se non adeguatamente regolamentata e sorvegliata, è fonte di elevate catture accessorie di specie protette come delfini, squali e tartarughe. Diamo valore alla pesca con lenze a mano, palangari, trappole, e alla piccola pesca artigianale costiera, metodi questi più selettivi e dagli impatti ecologici minori, scegliamo solo in seconda battuta il pesce proveniente da pesca attiva, con reti che non toccano il fondale (piccole cocce, volanti, ecc.).

ORIGINE GEOGRAFICA

In etichetta si legge la zona FAO di origine per il pescato o la nazione di provenienza per l’allevato e questo ci da un’indicazione sommaria della distanza percorsa dal pesce prima di giungere sulle nostre tavole. Ad esclusione di situazioni di sovrasfruttamento, nell’ottica di diminuire il più possibile il chilometraggio delle merci, optiamo sempre per prodotti nostrani, tipici del Mediterraneo o dei mari europei, che giungono al mercato freschi, ed evitiamo specie di cattura oceanica, o allevate all'estero, in contesti spesso meno attenti alla sostenibilità ambientale.

DIMENSIONI E STAGIONALITA'

Ogni specie ha un suo ciclo biologico preciso che prevede una fase di accrescimento più o meno lunga e una fase riproduttiva seguita da una fase di senescenza. Preferiamo specie di piccola taglia (meglio la sardina del tonno), che si accrescono velocemente e che nel giro di un anno diventano riproduttive, le popolazioni di queste specie sono capaci di rispondere meglio al prelievo, mantenendo alti i livelli di crescita.

Per lo stesso motivo evitiamo di acquistare esemplari troppo piccoli, che ancora non si sono riprodotti, rispettiamo la taglia minima di commercializzazione, conosciuta bene per ogni singola specie.

CONSERVAZIONE DEGLI STOCK

Evitiamo quando possibile il prodotto appartenente a popolazioni in sofferenza; diverse fonti ci vengono in aiuto indicandoci liste complete di specie in pericolo di estinzione, in ripresa da fasi di crisi o al contrario da preferire per la loro disponibilità in ambiente.

IMPATTI SOCIO-ECONOMICI

Nell’ottica di sostenere la microeconomia locale, e dare concorrenzialità a mestieri antichi come la pesca artigianale, scegliamo, quando possibile, prodotti lagunari o costieri. La pesca tradizionale è certamente più attenta ai temi della sostenibilità, operando in ambienti costieri e di basso fondale dove gli effetti dello sfruttamento sconsiderato sono più evidenti e di riflesso immediato. Sono mestieri che si sono evoluti nei secoli, seguendo i ritmi dell’ambiente e la stagionalità del prodotto e che oggi custodiscono, nel numero sempre più esiguo di operatori, un sapere antico, vero e proprio patrimonio culturale. Riduciamo invece il consumo di prodotti da pesca industriale che, avvalendosi di tecnologie moderne e grandi flotte provoca spesso grossi impatti ecologici e sociali.