ATTREZZI DA PESCA

RETI ATTIVE (VOLANTI E STRASCICO)

Sono attrezzi attivi, vengono cioè trainati andando incontro al pesce che catturano nel “sacco”, una pezza di rete a maglia stretta capace di trattenere il pescato. Questi attrezzi richiedono grande forza motrice per il traino e poca manodopera per la loro gestione, per questo hanno larghissimo impiego nella pesca industriale.

La pesca a traino si distingue in traino pelagico (per la pesca al pesce azzurro a mezz’acqua) e a strascico (che mira alla cattura di specie di fondale, soprattutto specie pregiate come pesci piatti, molluschi e crostacei).

 

IMPATTI

Le reti da traino pelagiche non entrano a contatto col fondale e quindi non comportano grossi impatti ambientali, né intaccano gli equilibri degli stock, essendo abbastanza selettive (selettività per dimensione della maglia). 

L’impatto ambientale delle reti a strascico (trainate sul fondale) è invece molto elevato e sostanzialmente riconducibile all’abrasione del fondale da parte dall’elemento raschiante (catene, cavi dentati, ecc), che distrugge la struttura del substrato e le comunità di organismi che lo colonizzano. Se il danno può essere ritenuto limitato su fondali “nudi”, non lo è certamente se la pesca avviene su fondali vegetati o coralligeni che richiedono un tempo lunghissimo per essere ricostituiti naturalmente. Oggi nel Mediterraneo la pesca a strascico con tali attrezzi è largamente proibita su praterie di poseidonia e ambienti coralligeni, tranne che per casi specifici (Reg. CE 1967-2006, art. 4) ma, come spesso accade in mare, non è sempre possibile controllare e far rispettare tali regolamenti.

Altro fattore che determina l’impatto delle reti a strascico è la maglia minima utilizzabile (oggi fissata dalla UE a 40 mm) che determina il limite teorico di taglia pescabile. Purtroppo ciò non è sufficiente a impedire la cattura dei giovanili di specie più grandi, che la taglia minima mirerebbe a salvaguardare. Inoltre man mano che l’attrezzo pesca si riempie di pesce e di materiale di scarto e questo “effetto otturazione” annulla la capacità delle maglie di selezionare il pescato per taglia.

Per questi motivi lo strascico è considerato una pratica ad alto impatto ecologico, che richiederebbe un ridimensionamento drastico dello sforzo di pesca sia temporale che spaziale, garantendo in primis il riposo agli stock durante i periodi di riproduzione (considerazione valida per tutti i metodi di pesca), e in secondo luogo pianificando un’incidenza adeguata sui fondali che ne permetta il ripopolamento.